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Le dinamiche evolutive che investono la città contemporanea pongono in discussione le discipline del progetto, in particolare quando certi fenomeni superano il nesso tra luoghi, politiche e strumenti d'intervento. I dati relativi alla crescita mondiale mostrano come il paesaggio antropico si componga per mano dei suoi stessi abitanti, guidati da urgenza e possibilità. Il fenomeno dell'informale, tanto impattante sul piano sociale quanto prolifico nella costruzione, pare inevitabilmente condurre all'insostenibilità urbana. Da queste premesse muove la ricerca, volta a una riflessione più generale sull'uomo e suoi modi di fare e abitare la città. Partendo dall'ipotesi che il mondo costruito è realtà di processi, il volume presenta l'informale come prassi di insediamento spontaneo, espressione di un processo civile che segue rinnovandosi nel tempo, nel costume e nell'urbanità. Fine ultimo della trattazione è comprendere logiche e relazioni degli insediamenti umani, le loro caratteristiche al variare delle condizioni al contorno (geografiche, economiche, culturali), le strategie e le azioni con cui il progetto intende rinnovare i contesti non formali. Attraverso tre casi di studio in America Latina, l'ambiente urbano viene analizzato per confronto secondo l'approccio teorico e metodologico di scuola romana e del pensiero tipo-morfologico. Per ricostruire l'iter evolutivo che dall'occupazione conduce alla casa, al tessuto e alla città, si assumono tre categorie multiscalari che attengono a lettura e progetto operanti: morfologia, tipologia e tecnologia. Il ragionamento, sostenuto da contributi grafici condotti in parallelo, è orientato a processi in corso e in divenire, rispetto ai quali si avanzano proposte possibili verso un futuro più inclusivo e sostenibile.